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Caro papà
Caro papà,
questo mese di maggio, dopo lunga malattia, hai lasciato questa vita terrena.
Il mio dolore è immenso in questi mestissimi giorni, ma mi solleva ti sia finalmente liberato dalla tua sofferenza.
Non ne potevi più, inchiodato pure a quel letto da un anno. Eri stanco di questa vita, in quelle condizioni.
Ora sei libero, papà.
Ti ho curato per anni con tanta sollecitudine e amorevole impegno.
Ho fatto di tutto affinché tu potessi continuare ad avere una qualità di vita dignitosa.
Questo è il mio conforto.
Ti ringrazio per tutto l’amore che mi hai dato e per quello che mi hai permesso di donarti.
Confido che le mie preghiere e i miei pensieri d’amore ti facilitino l’elevazione e il tuo viaggio verso la Luce.
Sarai sempre nel mio cuore, papà, e il mio amore non smetterà mai di avvolgerti dolcemente.
So che un giorno saremo ancora insieme, in forme diverse, in una dimensione nuova, oltre il varco di questa vita terrena.
Ti voglio un bene grande, papà, ricordatelo sempre.
Tuo figlio Avelio
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Si può imparare da ogni cosa… La primavera è giunta come un dono nuovo
Benché questo spazio sia dedicato ad altro, è quasi impossibile non spendere qualche parola sulla pandemia che stiamo vivendo.
In questo periodo d’emergenza sanitaria, abbiamo tutti inciso nella mente il monito “Restate a casa” ripetuto da tempo e con insistenza da Governo e mezzi d’informazione.
L’insistente ripetizione quotidiana è giustificata; nessuno che sia dotato di buon senso vorrebbe venissero vanificati gli sforzi sino ad ora compiuti dall’intera comunità per controllare e arginare il fenomeno del contagio da nuovo Coronavirus.
Informare è doveroso e necessario; si potrebbe però capire quanto serva farlo con maggiore consapevolezza. È infatti evidente che se l’informazione fosse diffusa in modo meno ansiogeno e stressante, non solo ne trarrebbe beneficio il nostro sistema nervoso, ma pure il nostro sistema immunitario ringrazierebbe per la possibilità di meglio conservare la sua efficienza. Quanta importanza abbia l’efficienza del nostro sistema immunitario nell’affrontare ogni malattia e quali siano i modi per garantirla, è una questione di cui non si è parlato abbastanza. Auguriamoci lo si faccia presto in modo adeguato.
Cosa possiamo imparare dall’attuale pandemia?
Se da una parte i suoi aspetti distruttivi sono sotto gli occhi di tutti – con i tanti problemi e, ovviamente, soprattutto i troppi decessi, tra i quali quello recente di Luis Sepúlveda – possiamo pure rilevare degli aspetti costruttivi.
La pandemia ci ha infatti obbligato a prendere coscienza di alcuni fatti, tra cui:
• l’importanza della modalità con cui l’informazione entra nelle nostre case e, quindi, nelle nostre menti;
• gli effetti di tale informazione;
• la nostra vulnerabilità fisica;
• la necessità di superare divisioni ed egoismi al fine di costruire pazientemente un’unica comunità mondiale;
• la necessità di maturare una nuova sensibilità sociale ed ecologica;
• quanto la Sanità pubblica sia un bene comune da rafforzare e difendere dai troppi tagli che l’hanno indebolita negli ultimi decenni;
• quanto le persone anziane hanno bisogno di essere curate e protette, soprattutto nelle RSA.Dinanzi all’impegno generale per affrontare questa emergenza mondiale, viene spontaneo manifestare gratitudine nei confronti di medici, infermieri, farmacisti, volontari; estendendola alla Protezione civile, alle forze dell’ordine, agli addetti alle filiere agroalimentari, ai negozi, ai supermercati e al loro personale impiegato in prima linea nei punti vendita – che con un grande sforzo collettivo, hanno garantito e continuano a garantire beni di prima necessità a tutti i cittadini -, non ultimi in ordine d’importanza, agli addetti alle pulizie impegnati nei luoghi di cura e in altri posti di lavoro.
Questo periodo ci ha pure mostrato che potersi incontrare, abbracciare, baciare, accarezzare, poter camminare liberamente e andare dove desideriamo non sono affatto cose scontate.
Ce ne ricorderemo, una volta passata l’emergenza sanitaria?
Sono doni straordinari di cui essere grati sempre.
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La primavera è giunta come un dono nuovo
Non ci è dato sapere quanti se ne siano accorti, ma la primavera è giunta anche quest’anno, nel mezzo della pandemia, incurante delle vicende umane.
Ed eccola a braccia aperte a elargire i suoi meravigliosi doni: gemme, foglie, fiori, profumi, il cinguettio festoso degli uccelli, le belle giornate di sole…
Mentre l’uomo è costretto nelle sue abitazioni, la Natura respira e si rigenera, talora riconquistando spazi nei quali era stata limitata dall’artificiale vivere umano.
Essa si prepara anche ad accoglierci, sperando di ritrovarci forse più rispettosi, più consapevoli, più grati.
Vi sono tante persone che attualmente s’impegnano in un cammino d’amore e comprensione, ma sono ancora troppo poche.
Possiamo scegliere di camminare con reverenza su questa Terra meravigliosa.
Quanto rispetto ne avevano i Nativi americani e quanto potrebbero insegnarci…
Padre,
guarda la nostra fragilità.
Sappiamo che in tutto il creato
solo la famiglia umana
ha tralignato dalla sacra via.
Sappiamo di essere coloro che sono divisi
e di essere coloro che devono tornare insieme
a percorrere la sacra via.
Padre,
insegnaci l’amore, la compassione,
l’onore
affinché possiamo
guarire la terra
e guarire noi stessi.Preghiera Ojibway