Riflessioni sulla PNL

 

Ho notato che in quest’ultimo periodo spesso si parla di PNL (Programmazione Neurolinguistica): da una parte la si considera una pseudoscienza, dall’altra le si attribuiscono poteri “manipolatori” che condizionerebbero le persone al punto da determinarne i comportamenti senza che se ne rendano conto.

Credo che nessuno abbia mai preteso che la PNL fosse una scienza, tantomeno i suoi creatori.

La PNL non è neanche una teoria, è invece un modello ed è stata definita come “lo studio della struttura dell’esperienza soggettiva”.

Fu infatti creata dai “modellatori comportamentali” Richard Bandler e John Grinder.

Un modello afferisce solo a ciò che può essere osservato e presuppone la possibilità di replicare alcune parti dell’evento osservato.

Essendo un modello libero da contenuti, da esso si possono ricavare princìpi; ma ogni modello ha limiti di applicazione in relazione agli scopi per cui è stato creato.

Vi sono dei modelli di comportamento e cambiamento che sono stati in precedenza compresi solo intuitivamente.
Cosa fa la PNL?
Li rende espliciti e, quindi, molto più facilmente utilizzabili.

La PNL può essere usata per manipolare le persone?
Sì, in certa misura è possibile, ma la manipolazione non è certo una novità: esiste da molto prima che la PNL fosse inventata.

Esistono raffinati sistemi di propaganda e strategie di manipolazione che affondano le loro radici nel passato, specialmente nei regimi totalitari del ‘900.

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Quando avvicinai la PNL, oltre vent’anni fa, lo feci per comprendere meglio il funzionamento della mente e per imparare delle strategie di autocambiamento. Avevo l’idea d’imparare quanto avrebbe potuto migliorare la mia vita e quella delle persone a me vicine. Un cammino che poi approfondii anche attraverso molti altri studi e discipline.

Ciò su cui insistette la mia maestra di PNL nel corso della mia formazione, fu l’attitudine, ed è senz’altro ciò che ho maggiormente assimilato.
Ho imparato da lei quanto l’attitudine positiva, l’atteggiamento costruttivo, sia pure alla base di un uso efficace di questo modello.
Anche nella mia formazione in PNL, l’aspetto dell’etica è stato fondamentale.

La sola idea di poter usare qualsiasi strumento – PNL inclusa – per “manipolare” qualcuno, ha sempre suscitato la mia completa avversione e ripugnanza.
Avverto un totale senso di repulsione nei confronti di chi cerca di manipolare qualcuno e, se vi ho direttamente a che fare, di solito se ne rende prestissimo conto.

La PNL è uno strumento e, come per ogni tipo di strumento, può essere usata per il bene o per il male ovvero in modo etico o immorale.
Tutto dipende da chi ne fa uso.

Chi, come me, cammina sulla via dello Spirito ossia della Luce (per ricordare il mio recentissimo libro “Amìna e la Via della Luce”), può avere della manipolazione solo un completo ribrezzo, ma ciò non lo esime certo dal conoscerne le forme, anche le più subdole.
È anzi essenziale conoscere le forme e le strategie della manipolazione proprio per non rimanerne vittima.

Un suggerimento?

Conoscere per riconoscere al fine di non farsi manipolare.

 

photo by Andre Furtado